Evoluzioni della cittadinanza digitale: dall’umano al postumano

 

Immagine tratta dall’articolo “Così l’umano può difendersi dal postumano” di S. Rodotà, Repubblica, 28 aprile 2015

“La nostra epoca è caratterizzata da una importante trasformazione che indica il passaggio da forme soggettive e umanistiche di interazione e cittadinanza a forme digitali, algoritmiche e info-ecologiche di partecipazione e dell’abitare. È necessario cambiare la nostra concezione del sociale e prepararci ad abitare le info-ecologie e le reti del mondo che viene.”

Così inizia il Manifesto per la cittadinanza digitale che docenti, ricercatori e centri di ricerca di diversi paesi hanno sottoscritto e pubblicato in rete in questi giorni.

Il testo è diviso in quattro parti e ha come obiettivo presentare un campo di ricerca, di studi e di riflessione sui cambiamenti apportati dal web e dalle reti digitali alla partecipazione, ai processi decisionali e alla politica in generale.

(continua su Huffigton Post

 

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Robot Generated Content

Venerdì scorso sono intervenuto al congresso annuale del Circolo dei Giuristi Telematici con una relazione dal titolo “Robot Generated Content (la regolamentazione giuridica della creatività non umana)”.

Brevemente i punti che ho provato ad evidenziare e che approfondirò in una futura pubblicazione:  Continue reading

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A “La Sapienza” di Roma per parlare di Diritto dei Robot

Oggi ho avuto il piacere e l’onore di tenere (per il secondo anno) una lezione sul diritto dei robot nell’ambito del Master di II livello in “Diritto dell’Informatica” dell’Università “La Sapienza” di Roma.

E’ sempre bello quando a fine lezione o durante le pause gli studenti ti chiedono dove poter continuare ad informarsi sulla materia e quali letture fare.

E’ il senso ultimo dell’insegnamento: non trasferire nozioni, ma infondere curiosità.

Qui sotto le slide che ho utilizzato.

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Kaspar: il robot amico dei disabili.

550riba2.jpgSono passati ormai dieci anni da quando l’università di Hertfordshire ha ideato Kaspar.

Si tratta di un robot programmato espressamente per fornire supporto a bambini affetti da forme di autismo, e, da qualche tempo, considerati i risultati, è stato avviato uno studio per valutare l’opportunità di diffonderne l’uso nelle scuole del Regno Unito.

Kaspar, oltre a cantare, suonare e così via, emula i movimenti per l’assunzione di cibo, come stimolo alla correzione di alcuni correlati disturbi dello spettro autistico.

Il robot comunica col bambino, secondo un’interazione sociale che ha finalità terapeutiche; e pare che anche il bambino comunichi col robot, ma ovviamente non per finalità terapeutiche, ma prettamente sociali.

(http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=49464)

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Reddito garantito e innovazione tecnologica, tra algoritmi e robotica



Scarica il volume “Reddito garantito e innovazione tecnologica, tra algoritmi e robotica”

Con i contributi di:

Gianmarco Mecozzi, Mutanti senza reddito garantito
Giuseppe Allegri, Re UBI per una nuova società. Reddito di base, innovazione, tempi di vita
Franco Berardi Bifo, Come attualizzare il possibile, ovvero: per l’autonomia progettuale della Silicon Valley Globale
Luigi Corvo, BIM – Basic Income Matters. Reddito di base e innovazione sociale
Giuseppe Bronzini, Reddito di base, lavoro, automazione: appunti per un nuovo garantismo sociale
Francesca Bria, Reddito di cittadinanza nell’economia dei robot per dire no alla precarietà
Benedetto Vecchi, Il reddito di base oltre l’algoritmo digitale
Sandro Gobetti, Google al governo e reddito per tutti?
Silvano Cacciari, Potere deflattivo, tecnologia, (de-)globalizzazione e reddito di cittadinanza
Franco Carlucci, Soft Machine 2.0. L’operaio sociale e l’uso capitalistico delle macchine
Roberto Ciccarelli, Nel capitalismo digitale il reddito di base non si trova sugli alberi
Fabrizio Fassio e Giuseppe Nicolosi, L’aumento del tempo di lavoro nell’epoca della sua riducibilità tecnica
Mariano Di Palma, Robot n. 18, senza articolo. L’urgenza di un reddito minimo dentro la quarta rivoluzione industriale
Andrea Fumagalli, Umani, macchine e reddito di base

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Prima interagiremo con i robot come con gli smartphone, e poi…

  1. 3A83A6ED00000578-3949570-_I_am_sorry_The_above_picture_shows_one_of_the_Little_Chubby_rob-m-32_1479485975886.jpgQualche tempo fa, all’Hi-Tech Fair di Shenzhen è stata inaugurata la rivoluzione robotica cinese; e sono stati presentati alcuni tra i più innovativi modelli di robot: pittori, ballerini e maggiordomi. Tra questi anche “Paffutello” (agli annali Little Chubby), un automa programmato -e costruito nelle fattezze- per fornire supporto agli studenti per svolgere i compiti per casa.
  2. Probabilmente, quando questi modelli entreranno pienamente in uso, ci troveremo a interagire con loro come interagiamo oggi con uno smartphone; ossia con un atteggiamento multitasking, che è l’habitus dell’uomo nell’era dell’Hi-Tech, il quale cammina, guida, pensa… contestualmente sulle piattaforme della realtà e della virtualità. Questo atteggiamento mentale, prima che materiale, sarà mutuato dal palm hand device allo humanoid device.
  3. Almeno agli inizi, quindi, i nostri figli cercheranno, forse a nostra insaputa, di tradurre la versione di latino o di risolvere l’equazione, ricorrendo all’IA, come è stato con il web. Noi adulti, invece, cercheremo risposte dal robot, come cerchiamo in wikipedia o nelle banche dati di ogni tipo e settore. Senza dubbio verbalizzeremo tali ricerche in un modo peculiare, perché dettato, più che dalla forma umanoide del device, dalla sua autonomia rispetto a noi
  4. Forse è possibile che si formi un linguaggio tipico dell’interazione uomo-robot, che regoli, tanto negli aspetti formali quanto informali, la comunicazione con un soggetto robotico. Il robot, infatti, poiché dotato di una certa capacità di apprendimento, ci darà prova della dinamicità dei suoi saperi e delle sue abilità, e in base a ciò gli riconosceremo forse anche un certo, sebbene non ancora prevedibile, margine di scelta.
  5. Sarà, dunque, attraverso il linguaggio delle parole, o meglio dall’interazione che le parole esprimono quali veicoli dell’intenzione, che il robot, come il web, rivoluzionerà la società? E sapranno le parole andare oltre la mera volontà, ed esprimere sentimenti?
  6. Ora, sembrerebbe che Paffutello, durante la fiera di cui sopra, sia andato in tilt mentre cercava di aiutare uno sventurato studente, provocando una lesione a uno spettatore. Ma questo è un problema di responsabilità collegata all’interazione precettore-allievo, più che all’interazione che le parole, forse improperi nel caso di Paffutello, esprimono..

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L’invasione dei robot: dalle fabbriche alle stalle

Oggi Repubblica (pag. 22 “Se il lavoro va ai robot”) dedica un interessante dossier all’impatto della robotica sul mondo del lavoro. Nell’articolo si dà ampio risalto ad una recente pubblicazione degli economisti Daron Acemoglu del M.I.T. e Pascual Restrepo della  Boston University secondo i quali sono da considerarsi assai probabili “large and robust negative effects of robots on employment and wages across commuting zones…according to our estimates, one more robot per thousand workers reduces the employment to population ratio by about 0.18-0.34 percentage points and wages by 0.25-0.5 percent”. Continue reading

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Quel po’ di umano che insegneremo: verso un mercato del lavoro tra robotica e pedagogia.

1. Quel che spesso ci si chiede o di cui si discute sul rapporto tra futuro e robotica, è quale sia, al netto dei progressi che la scienza ha compiuto nel decennio scorso e di quelli che compirà nel prossimo, lo scenario più probabile da prevedere per il mercato del lavoro. In particolare, per quella gran parte che, vuoi come liberi professionisti, vuoi come dipendenti, proprio nell’ultima decade è entrata a farvi parte, con ingresso dalla porta del secondo o del terzo settore.

2. Un focus preliminare merita allora l’arco temporale di riferimento, ossia la decade, che vuole esprimere la misura della rapidità con cui oggigiorno si può creare e consumare nel contesto globale un “modello” di mercato del lavoro. Il periodo che va dal 2004 al 2014, caratterizzato tra l’altro dall’esplosione dell’e-commerce e dei social network & media, e dall’impero dei global service-research providers e dei big data, ha generato la c.d. new economy. Si tratta di un nuovo modello di mercato del lavoro, che è informato ai principi dell’ingegneria della comunicazione e dell’informatica. La new economy non ha semplicemente sostituito, ma ha letteralmente demolito il vecchio modello, polverizzando molti dei dubbi e delle incertezze che si nutrivano su di sé semplicemente imponendosi ai tradizionali metodi di analisi economica, e soppiantando con nuovi, lavori antichi, anche quelli di lunga tradizione. Si pensi, su tutti, al giornalista. Ciò è avvenuto soprattutto con l’avvento del web, e per effetto del dispiegarsi dell’identità dei singoli, delle imprese e dei liberi professionisti, più nella dimensione della virtualità, che in quella della “realità”. Continue reading

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La prima legge sui robot-postini

Dal 1 luglio 2017, la Virginia sarà il primo stato al mondo ad avere una legislazione apposita per i robot addetti alle consegne.

La nuova legge permetterà l’uso di robot di consegna in aree pedonali o sui marciapiedi con facoltà di attraversamento delle strade su strisce pedonali. Continue reading

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Il ritorno della schiavitù nell’era dei robot? Una tesi suggestiva

robotslaveL’approvazione da parte del Parlamento Europeo di una risoluzione per la definizione di un quadro etico-legale in tema di responsabilità civile dei robot ha riacceso il dibattito tra esperti e studiosi della materia su quale possa essere la regolamentazione migliore cui assoggettare le condotte di agenti non umani.

Suggestiva la tesi avanzata sul Financial Times dal Prof. Luciano Floridi secondo cui la risposta andrebbe trovata nel diritto romano laddove era il dominus responsabile per i danni cagionati dalle condotte dei propri schiavi. Continue reading

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