1. Quel che spesso ci si chiede o di cui si discute sul rapporto tra futuro e robotica, è quale sia, al netto dei progressi che la scienza ha compiuto nel decennio scorso e di quelli che compirà nel prossimo, lo scenario più probabile da prevedere per il mercato del lavoro. In particolare, per quella gran parte che, vuoi come liberi professionisti, vuoi come dipendenti, proprio nell’ultima decade è entrata a farvi parte, con ingresso dalla porta del secondo o del terzo settore.
2. Un focus preliminare merita allora l’arco temporale di riferimento, ossia la decade, che vuole esprimere la misura della rapidità con cui oggigiorno si può creare e consumare nel contesto globale un “modello” di mercato del lavoro. Il periodo che va dal 2004 al 2014, caratterizzato tra l’altro dall’esplosione dell’e-commerce e dei social network & media, e dall’impero dei global service-research providers e dei big data, ha generato la c.d. new economy. Si tratta di un nuovo modello di mercato del lavoro, che è informato ai principi dell’ingegneria della comunicazione e dell’informatica. La new economy non ha semplicemente sostituito, ma ha letteralmente demolito il vecchio modello, polverizzando molti dei dubbi e delle incertezze che si nutrivano su di sé semplicemente imponendosi ai tradizionali metodi di analisi economica, e soppiantando con nuovi, lavori antichi, anche quelli di lunga tradizione. Si pensi, su tutti, al giornalista. Ciò è avvenuto soprattutto con l’avvento del web, e per effetto del dispiegarsi dell’identità dei singoli, delle imprese e dei liberi professionisti, più nella dimensione della virtualità, che in quella della “realità”. Continue reading →